mercoledì 28 marzo 2012

Social Network Dipendenti


Un’indagine condotta nel novembre dell’anno scorso (2011) da Wildfire App su un campione di 700 operatori del settore marketing in tutto il mondo ha messo in evidenza come il 97% degli intervistati ritenga benefico l’utilizzo dei Social Media per la propria attività ed il 75% di essi intenda sviluppare nel corso dell’anno 2012 gli investimenti per la veicolazione dei propri messaggi su questi canali.
Di contro, Ibm risponde con una propria indagine dalla quale risulta che oltre il 50% dei manager aziendali non si ritiene in grado di poter gestire le normative di conformità e la trasparenza aziendale in relazione ai Social Media.
Moltissime aziende impediscono ai propri dipendenti l’accesso a canali di comunicazione quali Facebook, Twitter, Linkedin, Youtube etc. ritenendoli uno spreco di tempo o lo svolgimento di un’attività personale in luogo lavorativo.
Soprattutto nelle aziende pubbliche l’accesso ai Social Media è inibito.
Tuttavia, di fronte agli sviluppi prevedibili del mercato o, piuttosto, del cybermercato, questa tendenza è destinata ad invertirsi.
Una ricerca condotta dalla società di analisi per il mercato Gartner dichiara esplicitamente che entro il 2014 il numero di aziende che inibirà l’accesso per i propri dipendenti ai Social Network calerà di almeno il 20%. In poche parole, non saranno più del 30% le aziende nelle quali, al 2014, sarà vietato l’utilizzo dei Social Network sul luogo di lavoro.
Il numero di aziende che impedisce l'accesso a Facebook, Twitter, Google+, LinkedIn, Youtube e simili, infatti, diminuisce ad un tasso del 10% l'anno.
È di tutta evidenza la serie di questioni e problematiche che si aprono sotto il profilo aziendale di fronte a questo scenario.
Da una parte sta, infatti, l’opportunità dell’azienda di utilizzare i propri canali di social per sviluppare le proprie attività, contattare i propri utenti, ricevere da loro dei feedback etc. e dall’altra le prevedibili difficoltà per la gestione aziendale interna.
Ad esempio, se i propri dipendenti utilizzano i canali social non si va incontro ad una diminuzione della produttività? Ancora, i canali di Social Network possono essere utilizzati ai fini della competitività interna e del carrierismo producendo fenomeni di cyberbullismo.
Insomma, una serie di problematiche le cui soluzioni sono tuttaltro che semplici ed alla portata di mano. Sono queste difficoltà che fanno ritenere ai manager intervistati da Ibm di non essere in grado di poter gestire la situazione.
Come di fronte a ogni innovazione, le difficoltà dovrebbero essere risolte e non semplicemente ignorate o bypassate con delle proibizioni. Anche perché, spesso, quello che si chiude fuori della porta può rientrare dalla finestra.
Le difficoltà non possono essere bypassate, specie se promettono grandi, nuovi ed efficaci sviluppi per le proprie attività imprenditoriali.
Per adesso, le proposte più ragionevoli vanno nella direzione di sviluppare a livello aziendale delle linee guida per l’utilizzo dei Social Media coerenti con i codici etici della società nel suo complesso e dell’azienda stessa.
Come al solito, quello che è da condannare – e quindi da proibire – non è la nuova tecnologia o l’innovazione in quanto tale ma, piuttosto, l’uso improprio che se ne potrebbe fare.
Il buono o il cattivo, il bello o il brutto, non sta nei Social Network ma solo nell’uso che se ne fa e che non va proibito ma, piuttosto, sviluppato nella direzione di un utilizzo positivo e produttivo.

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